sabato 29 novembre 2008

The Strangers


Regia: Bryan Bertino
Durata: 1 h e 30 m
Scott Speedman e Liv Tyler, coppia in crisi, ricevono l'inattesa visita degli strangers. Ovvero tre individui mascherati col vizietto dell'omicidio.

Best

5 - Liv Tyler


Si prodiga in puntuali urletti, ce la mette tutta ma difficilmente fa dimenticare le orecchie a punta di Arwen (o forse Arwen l'ha doppiata, boh?!). La progenie di Steven Tyler non può vestire così male. Neppure per finzione. Mai. Mi sarei almeno aspettato acuti più incisivi. Rimane una presenza costante, capace di reggere il film sulle spalle di alcune sussurrate. E non è poco.

4 - Trailer of the year


Nulla da dire sul look dei tre malvagi. Essenziale e figurativo, maschere vintage (l'estetica anni '20) eppur moderne (lo Spaventapasseri involutamente batmaniano). Ottima la scelta di non mostrare i volti a maschere calate.

3 - Non importa la grandezza ma come lo si usa


Un'abitazione dal discutibile arredamento e 8 attori di cui solo 5 rimasti in scena per più di 10 minuti. Bravi i produttori esecutivi che sono riusciti a finanziare l'imbastitura di una povera vicenda attorno a povere espressioni e locazioni. In ogni caso, il film appare curiosamente più costoso di quanto sia il reale budget. 9 milioni il costo totale e pare ne abbia incassati più di 70 nel mondo.

2 - A l'intérieur


L'ambientazione è accessoria rispetto al rapporto d'uso che ne viene fatto. La morte dell'amico sarà stupidina ma necessaria in quanto pone il protagonista a diretto contatto con la morte, dentro un luogo apparentemente sicuro e conosciuto. Rendere la vittima un carnefice, seppur involontario, è un espediente che difficilmente fallisce.

1 - Them

"Perchè eravate in casa.."
La violenza insensata e gratuita è tale se priva di motivazione. South Carolina come Rimini; la casualità diventa fattore omicida. Il trastullo criminale è forte di ludismo inappagato; "il prossimo andrà meglio" dirà uno dei carnefici all'altro. Nessun contrappasso alla Hostel o The Devil's Rejects. Semplice possibilità votata all'accadimento fortuito e contingente. Nulla è dato sapere degli uccisori, ma tanto basta sapere sulle vittime. I cattivi, pragmatici e meticolosi, sembrano avere pianificato ogni cosa fin dall'inizio. O forse no.

Worst

5 - Ma sti strèngher?

Non c'è metodo e meticolosità nelle azioni offensive. Emblematica la sequenza dello scontro fra macchine. Lui fa per scappare, viene abbagliato dai fari e tamponato. Scappa dentro casa cercando sicurezze diverse dal fuggire a gambe levate urlando in gaelico. Come se tutti vivessero su un pratchettiano Mondo Disco che non concepisce nulla oltre al proprio confine conoscitivo. L'unico limite è la location?

4 -Il telefono piange


Scream ha fatto il suo tempo, vederla disperarsi davanti al telefono richiama isterici testi scritti da Maurizio Costanzo. Qualcuno gli spieghi che è possibile chiamare durante il tempo di ricarica! Compratevi un Nokia 1200; costa trenta euro e con 390 ore in stand-by vi risparmiate la seccatura di protrarre simili film oltre 5 minuti più del dovuto!

3 - Gioco di coppia

Lui e lei credibili quanto Carmen Electra e Dennis Rodman, si presentano tristanzuoli e abbacchiati manco fossero appena usciti neosposini dal Grande Fratello. Passi la crisi del settimo anno ma questa coppia è verosimile quanto il Mugnaio Bianco e Clementina mentre teorizzano sul tempo di cottura della posizione #52 di kamasutriana memoria.

2 - Vittime del tabagismo

"Ho finito le sigarette!"
"Esco a prenderle, tanto avevo voglia di fare un giro in macchina.."
Alle 4 del mattino. Dal loco sperduto nel mezzo del nulla. Appena dopo avere ricevuto la visita di un'inquietante schizzata che chiede se in casa c'e una certa "Tamara".

1 -
Questi fantasmi

Per 3/4 di film gli stranieri appaiono e scompaiono come spiritelli. Battono su porte o finestre, si fanno intravedere una frazione di secondo per poi sparire di nuovo. Gli mancano solo catene e lenzuolo bianco... Due, tre, quattro volte. Emmobbastaveramenteperò (cit.)! Quando sopraggiunge il senso di fastidio è chiaro cosa non abbia funzionato all'interno della basilare costruzione di suspence che, invece di mantenere in una scaletta di costante tensione, telefona per avvertire l'arrivo del prossimo noiosissimo "BUH!".

lunedì 10 novembre 2008

Zohan - Tutte le donne vengono al pettine


Regia: Dennis Dugan
Durata:1 h e 52 m
Zohan (Adam Sandler), superagente del Mossad, aspira ad un futuro da parrucchiere. Per realizzare il suo sogno si finge morto e si trasferisce a New York, dove inizia a lavorare in un salone di bellezza gestito da un'avvenente palestinese. Qui attira l'attenzione di vecchi e nuovi nemici...

Best

5 - Ballata del tristo venditore

"Quando entri in un negozio di elettronica, non puoi più uscirne.."
La laconica affermazione è dell'amico israeliano di Zohan che gestisce un piccolo negozio di apparecchiature hi-fi. Segue la presentazione dei lavoratori al suo interno, immigrati negli Stati Uniti con alte aspirazioni e nobili ideali ma costretti, loro malgrado, ad un'occupazione di fortuna. Riflessione più arguta dell'apparenza sul suicidio del sogno americano.

4 -Gli illustri camei

Dal meglio al peggio:
John McEnroe (8)
Henry Winkler (7)
Dom de Luise (6,5)
Chris Rock (6)
Mariah Carey (4)
La media, rigorosamente non matematica, è pienamente sufficiente.

3 - Il Fantasma

John Turturro è l'improbabile nemesi del nostro; terrorista palestinese con vocazioni imprenditoriali. I duetti fra i due sono fra i momenti più alti dell'intero film.

2 - Politically (s)correct
Al contrario di Borat (altro mediorientale in gita statunitense), Zohan non denuncia ipocrisie e incoerenze insite nella società americana facendosi veicolo di continue provocazioni. Il messaggio questa volta è interno, più diretto ed esplicito anche se meno efficace e funzionale. Quantomeno non invasivo, benchè fortemente vicino alla satira moralista (tra i due belligeranti il terzo li strumentalizza).

1 - Agente in azione

Tolta ogni velleità contenutistica, a reggere la baracca rimane esclusivamente la fisicità del personaggio - in bilico fra parodia e fumetto supereroistico. L'attacco alla base terroristica è un pout pourri di trovate e invenzioni, travolgente la nuotata in stile delfino.

Worst

5 - Il trailer



La voglia di mostrare troppo durante il lancio promozionale non risparmia neppure Zohan. In due minuti di trailer viene riassunto l'intero film e mostrate alcune fra le gag migliori, togliendo qualcosa alla sorpresa della scoperta.

4 - Rob Schneider

Schneider non è mai stato un talento comico e probabilmente neppure un bravo attore, forse anche per questo motivo rende meglio nei ruoli di secondo piano. Oramai presenza fissa nei film dell'amico Adam Sandler, offre qui un'inguardabile performance nel ruolo dell'immigrato palestinese. Vano il tentativo di nobilitarne la partecipazione con un inserto di zoofilia platonica.

3 - O.V. free!

L'interpretazione di Sandler viene uccisa dal doppiaggio di Riccardo Rossi, diretto dall'esperto Manlio De Angelis. Zohan parla con una mesticanza di cadenze e accenti (perchè il francese?), risultando più falso di quanto già non sembri. E benchè la prova richiesta in fase di doppiaggio fosse assai ardua, il risultato rimane ben al di sotto delle pur minime aspettative.

2 - Iranian Gigolò

Vedere Zohan strusciare il pacco sulle teste di arzille e compiaciute ottuagenarie potrebbe divertire la prima, forse anche la seconda volta. Ma non si poteva proprio fare a meno di basare mezzo film su un tanto povero espediente comico?

1 - Il "potrei ma non voglio"..

Il conflitto arabo-israeliano viene liquidato da una pur sagace battuta ("stanno combattendo da 2000 anni, non può durare ancora tanto..") e l'occasione per ridere sulla questione palestinese è persa in favore della spiccata caratterizzazione di Zohan. Personaggio che inizialmente funziona ma dimostra presto quanto corto sia il suo fiato. Affrontare temi di forte attualità necessiterebbe di meno fendenti erotomani e più stoccate ilari in punta di fioretto, meno accomodanti banalità volte alla trita guasconaggine e più coraggio nel seppellire il perbenismo con una risata. Anche se grossolana.