giovedì 21 maggio 2009

Fanboys


Regia: Kyle Newman
Durata: 1h e 30m
1998. Tre giovincelli, fanatici di Guerre Stellari, partono alla volta dello Skywalker Ranch per sgraffignare una copia di Star Wars: Episodio I e farne dono all'amico malato terminale. So sad. Una pletora di camei tenterà di risollevare il morale del gruppo.

Best

5 - Jaime King



Prima viziosetta di Maial Campers - Porcelloni al campeggio (!!) e infermierina ninfomane in Pearl Harbor. Poi Goldie in Sin City e adesso prostituta da Casinò. Chissà perchè le danno sempre ruoli di gran battone. Comunque ce n'è.

4 - Danny Trejo



Parla di se stesso in terza persona (perchè causa confusione, dice) e dispensa saggezza in pillole di ganja. E' il Capo, tramite essenziale per vedere gli Ewok mentre si montano una gamba. E aggiusta cose.
3 - Seth Rogen



Due in uno; Seasholtz il supertrekker e il pappone starwarsiano. Ovviamente finiscono in rissa. Lui è incontenibile e salva la situazione nei momenti di maggiore stanca. Al solito, una sicurezza.

2 - Billy Dee Williams



Quasi irriconoscibile senza mantellina, ma il cameo con citazione vale a Lando Calrissian la seconda posizione.

1 - William Shatner



La fugace comparsata dalle tenebre di James T. Kirk è tutto ciò che si potrebbe chiedere ad un cameo; c'è attesa e aspettativa, c'è un certo lirismo gratuito e autocelebrativo, c'è soprattutto William Shatner che interpreta l'idealizzazione di William Shatner. Superb.

Worst

5 - Ethan Suplee



Dicasi: un cane d'attore. Praticamente quello che dopo decine di ruoli da scemo di paese se ne uscirà con l'interpretazione da scemo di paese che piace tanto ai fattoni dell'Academy. Magari esistesse il karma che andava predicando in "My name is Earl".. magari! Se lo meriterebbe proprio un Oscar, sto incapace.

4 - Carrie Fisher



Non è male il botta e risposta "Ti amo!/Lo so" ma da Leila c'era da aspettarsi l'apparizione principesca e con il controfischio che qui latita. E poi Lando è invecchiato decisamente meglio.

3 - Ray Park



"Come.. tutto qui?" è quanto ci si chiede nel vedere Darth Maul mentre replica le movenze e l'inutilità di fatto già perpetrate nella Minaccia Fantasma. Evanescente.

2 - Kevin Smith e Jason Mewes



Jay & Silent Bob strike back nell'apparizione più approssimativa e raffazzonata nella storia dei camei (non a caso inserita dopo il primo cut a causa dell'insistente richiesta di Smith). Se proprio voleva essere parte del film avrebbe potuto aiutare lo stagista schiavo a portare le bibite sul set o a dare da mangiare al pesciolino rosso del regista. Muto, basso profilo, chiappe strette e sperando in Dio.

1 - Bob/Harvey Weinstein



Cameo fuori scena dei produttori esecutivi dalla durata di.. due anni. Tanto il tempo passato dalla prima versione finita all'uscita del film in una manciata di sale statunitensi. Nel frattempo è intercorso il veto del duo sith nei confronti del subplot con l'amico malato di cancro e l'obbligo di riscrittura virata in teen-comedy demenziale. Riscrittura che si è concretizzata in una productors-cut con diverse sequenze rigirate da Steven Brill. Evidentemente qualcuno ha dato una sbirciatina alla filmografia di Brill e.. ohmmmioddio!.. un tranquillo week-end di vacanza.. Little Nicky! Alcune fra le idiozie più fastidiose che gli USA abbiano defecato negli ultimi dieci anni. Così nacquero iniziative e petizioni atte ad arginare la piega scatologica e ripristinare il progetto originale, persino appelli da parte di Kevin Spacey che del film è produttore. Succede che il feedback è talmente forte da portare il lato chiaro della Forza nell'intero ambito distributivo, con celere recupero della prima versione leggermente rimaneggiata. Insomma, i fanboys di Fanboys meriterebbero il "Best #1" ad honorem per avere generato una vicenda decisamente divertente. Più del film stesso che è un po' una minchiata, a dirla tutta.

martedì 19 maggio 2009

domenica 17 maggio 2009

Chrysalis

Regia: Julien Leclercq
Durata: 1h e 34m
Domanda: cosa muta nella crisalide del cinema sci-fi francese; variopinta farfalla paradigmatica e seminale o larva decomposta come sintetico surrogato di quanto già è stato consumato? Su.. che è facile...

Best

5 - Locandine birichine



Dall'esperienza con Fattore Attesa ho appreso quanto si possa intuire di un film dalle informazioni relative al cast tecnico/artistico e al lancio promozionale. Il linguaggio cinematografico è spesso specchio dell'uso che del film viene fatto in ambito pubblicitario. Qui la variante assume triplice target. Il pubblico femminile viene orientato sugli aspetti candidi dell'innocenza, eterei e idilliaci (sfondo bianco e faccino pulito di Mélanie Thierry). Per il pubblico maschile viene scelta la ruvida espressione sanguinosa del duro nerboruto (sfondo nero e faccione contrito di Albert Dupontel). E poi l'ultima spiaggia dell'home-video, con la soluzione incentrata sul tema fantascientifico/action, ricercando gli appassionati del genere. Generalizzazione imperante? Certo, ma ancora qualcuno casca in simili trucchetti. Ed è giusto sia così.

4 - HTH



La mia pazienza viene messa a dura prova da film con gente che ogni tanto si incontra e si prende a schiaffoni per più del mezzo minuto necessario ad affondare artigli o lame affilate nella cotenna di cui il vincitore farà banchetto. Bud Spencer ha già dato e per queste cose ci sono tornei circensi con acrobati e giocolieri delle arti marziali. E gli stadi, per i più sportivi. Semplicemente mi annoiano, a meno che non siano causa di incidenze talmente fortuite che neppure il miglior Ernest Lehman sarebbe riuscito a sostenere. Le reggo solo se girate benissimo, come nei Bourne di Greengrass. Senza strabordare nella confusionarietà dell'azione o nell'intangibilità dei corpi, Leclercq è lo studente ultraripetente che porta a casa una risicata sufficienza pur seguendo svogliatamente la lezione. Bocciato a fine anno scolastico.

3 - Ascensione



Ecco un'idea carina realizzata proprio male. L'ascensore sale di piano in piano e la prospettiva di camera assieme ad esso. Ad ogni livello corrisponde un progressivo spopolamento del personale e un cambiamento architettonico che attraverso la simmetria verticale rende percettibile un certo decadimento morale (l'ultimo piano è adibito a cose losche). Questa sarebbe stata la versione bella. Invece assistiamo, per giunta al rallentatore, a sette piani fatti da corridoi identici fra loro (la location è sempre quella), con comparse che passano casualmente. Pur formale, il vezzo guadagna qualcosa nel morire tentando di distinguersi dall'imperante piattezza televisiva di tutto il resto.

2 - Prima che sia inizio



Come spesso avviene, l'incipit è avvincente quanto basta da promettere ciò che mai potrà essere mantenuto. L'improvviso impatto dell'incidente automobilistico vissuto all'interno del veicolo è sequenza oggi comune (Dottor House e Rocknrolla hanno usato la medesima matrice) ma alimenta curiosità nei confronti dell'apparentemente slegata contingenza col prosieguo. Seguono i titoli di testa, proiettati dentro una sparatoria da Unreal Engine 3.0, fra corridoi sotterranei e coperture improvvisate. Il "dopo" non sussiste.

1 - Giorni strani



Non ci è dato sapere in quale epoca sia ambientato il film, futuro prossimo o giù di lì. Per immaginarlo non calca la mano con futurismi azzardati e utilizza le innovazioni tecnologiche odierne per farne uso massivo e comune. Sbarella nel presupposto, quando ormai è troppo tardi per salvare il salvabile. Ciò non toglie una certa cura nella definizione del contesto rappresentativo, come il tour parigino sulla Senna.

Worst

5 - Melanie Thierry



Chrysalis.. Babylon AD.. Cara Melania, lassa stà! Te lo dico col muscolo frontale nel palmo della mano; lascia perdere la fantascienza, se proprio tieni al ruolo di coprotagonista buttati dentro qualche trenino she-male. Peggio di così non potrà sicuramente andare.

4 - Vuoto mnemonico


Presidente Gaumont: Dobbiamo trovare un personaggio complessato ma non troppo complesso..
Sceneggiatore: Mettiamoci quella faccia ricavata dal calcestruzzo di Dupontel che vede la propria moglie-collega uccisa durante un'azione militare!
Presidente Gaumont: Bene, e poi facciamo che a un certo punto perde la memoria ma rimane sempre uguale.
Sceneggiatore: Ecco perchè lei è il Presidente!

3 - Ironia portami via



Come posso prendere sul serio ciò che è stupido ma si spaccia per serio, dannatamente serio? Non c'è ironia. Postilla a bordo pagina: ironia non significa sdrammatizzazione. Non significa necessità di mettere qualche Rob Schneider che sbuca alle spalle per dire una cretinata e tantomeno significa rendersi ridicoli fingendosi intelligentemente sarcastici. Ironia è consapevole utilizzo (e perchè no, sfruttamento) del mezzo di appartenenza e in primo luogo dei suoi limiti. Per trasformarlo in temi e contenuti su cui è possibile ironizzare o fare allegoria. Penso a Corman e in misura ulteriormente maggiore a Carpenter o Kusturica che ne hanno fatto filosofia registica, realizzando tanto con poco, sia agli occhi che all'intelletto. Chrysalis è poco ma sembra realizzato con tanto e in più vi tiene il broncio. Sorridi, Chrysalis! Oppure rimani serio ma almeno togliti quella scopa dal culo.

2 - Luc Besson



No, col film non c'entra nulla. Direttamente. Negli anni ottanta ha messo piena la cinematografia francese del suo sperma, diventando presto paparino dell'iperrealismo estremo che inizialmente ha guardato con successo all'identità personale/nazionale (Le dernier combat, L'odio, La machine..) ma che come ogni innesto originale è rapidamente divenuto regola, salvo poi radicarsi nello scimmiottamento del blockbuster hollywoodiano (Il patto dei lupi, Dobermann, Blueberry..). Julien Leclercq è ultima prole della figliata già comprendente Kassovitz, Gans e Kounen. In attesa della pecora bianca mi interrogherò sulla pronuncia del cognome: leclerc? lequerq? leclurch?

1 - Scappa che ti prendooops!



Gentile lettore, ti presento il peggior inseguimento della Storia. Proprio quella con la esse maiuscola. Immagina l'inseguito mentre si arrampica attraverso strutture metalliche con disabile fare insano e all'occasione tira micidiali sganassoni ad accidentali passanti. Poi pensa l'inseguitore che lo rincorre a mezzo metro di distanza nella parte libera da ostacoli, puntandogli contro la pistola, di tanto in tanto. Senza mai raggiungerlo. Finisce che entrambi cadono dentro un'area di raccolta, spiaccicandosi storditi sul fondo. Ci finiscono dentro in un'inquadratura che li fa sparire come neppure nelle comiche degli anni venti, quelle con i tizi che improvvisamente svanivano dentro i tombini. Qualora vogliate rivedere l'orrida sequenza non sarà necessario premere il tasto rewind del lettore. La rivivrete ogni volta che chiuderete gli occhi, garantito.