martedì 27 settembre 2011

DC: The New 52 - ex-aequo Best #4

Post spezzato in dieci parti al fine di fornire una lettura agevole nonchè una regolare cadenza di pubblicazione (quotidiana, imprevisti permettendo). Completata la disanima, i singoli post saranno accorpati nella classica formula di B&W#5.


DC Comics ha premuto il pulsantone rosso, resettando il proprio universo fumettistico. Follia suicida o ragionata operazione di restyling e svecchiamento? 52 numeri 1 per altrettanti personaggi o gruppi più o meno iconici. Iniziamo con l'analizzare le viscere cartacee delle uscite dal 31/08 al 07/09:


Best

ex-aequo

4 - Stormwatch

Mentre alcune serie sono state traghettate oltre il reboot senza che vi siano stati operati drastici cambiamenti (Green Lantern, Nightwing..), altre - come Stormwatch - hanno subito il pressochè totale annullamento della propria continuità. Se da una parte questo induce nuove possibilità narrative, dall'altra minimizza soprattutto le serie giovani e prive di un passato particolarmente articolato. Cornell non è Ellis ma neppure pretende di esserlo e fortunatamente riesce a gestire il materiale con freschezza, acquisendo il meglio e soprattutto rivisitando alcuni degli elementi narrativi vincenti, evitando la riproposizione sotto forma remake.
Dal quartier generale ubicato nell'iperspazio..
 
..alle cime innevate dell'Himalaya;
l'azione si sposta costantemente di luogo in luogo, proponendo situazioni suggestive che forniscono una chiara misura della portata cosmica del team. Team raccontato attraverso uno stormwatcher la cui mente è sondata da una potente e minacciosa entità (che già fornisce un primo intrigante subplot), nel segmento ambientato sulla Luna.
Tanta carne al fuoco che basterebbe a chiudere soddisfacentemente l'albo, invece la trama principale ruota attorno al tentativo di reclutamento da parte di Jack Hawksmoor (capacità di controllare elementi architettonici e cittadini), the Projectonist (manipolazione mediatica) e Martian Manhunter nei confronti di Apollo (volo, superforza). Peccato che quest'ultimo sia del tutto disinteressato all'offerta.
La fallimentare operazione di convincimento si protrae fino a chiusura albo quando, dopo un tronfio spiegone di Manhunter, arriva Midnighter che atterra il trio e lancia una lapidaria proposta ad Apollo.
Personaggi divertenti e un'ottima gestione dei tempi lo pongono al top. Bene anche Sepulveda, forse penalizzato da un chara-design non sempre all'altezza (il brutto costume di Midnighter).

DC: The New 52 - Worst #4

Post spezzato in dieci parti al fine di fornire una lettura agevole nonchè una regolare cadenza di pubblicazione (quotidiana, imprevisti permettendo). Completata la disanima, i singoli post saranno accorpati nella classica formula di B&W#5.


DC Comics ha premuto il pulsantone rosso, resettando il proprio universo fumettistico. Follia suicida o ragionata operazione di restyling e svecchiamento? 52 numeri 1 per altrettanti personaggi o gruppi più o meno iconici. Iniziamo con l'analizzare le viscere cartacee delle uscite dal 31/08 al 07/09:

Worst


4 - Justice League
Il primo albo del rilancio ha anticipato di una settimana le altre uscite, facendo da apripista al reboot DC. Ne sono conseguite aspettative enormi, fosse anche solo per farsi un'idea precisa sugli intenti dell'operazione.

Si parte con un generico "cinque anni fa", escamotage usato da diversi new #52 per introdurre i personaggi senza ricorrere ad un autentico punto zero delle origini.
La prima vignetta mette subito le cose in chiaro; i superuomini rivelatisi al mondo sono braccati dalle forze dell'ordine che ancora li guardano col sospetto riposto alla minaccia nei confronti dell'ordine istituito.
Esagerata l'enfatizzazione della repressione (tre elicotteri delle forze speciali di Gotham che sparano a vista su Batman?) ma il concetto è limpido, cristallino. In tutto questo si inserisce un cyberbestio a cui l'uomo pipistrello sta dando la caccia.
Il confronto non fa neppure in tempo a cominciare che un lampo verde squarcia il buio e una smeraldina autobotte dei pompieri travolge il mostro. E' arrivato Lanterna Verde.
Segue il primo incontro ufficiale fra i due, fino a quel momento conosciutisi per letto o sentito parlare, non senza ribadire quanto l'umanità li stia (necessariamente ndBatman) temendo e rifuggendo.
Rispunta il bestio (a cui nel frattempo sono cresciute le ali) che si sbarazza della polizia di Gotham per poi mutare in quadrupede meccanico, portando scompiglio fra le vie cittadine. Johns lascia all'azione il compito di sviluppare la storia e se da una parte la scorrevolezza di lettura guadagna dalla sottrazione in fase di dialogo, dall'altra le caratterizzazioni non sempre funzionano e talvolta sembrano tagliate con una mannaia (Bats che si appropria dell'anello) con pochi momenti davvero riusciti e convincenti.
Ma torniamo al bestio, che i nostri hanno seguito nelle fogne. Qui armeggia con un cubo di energia per poi farsi esplodere, non prima di urlare:
Vabbè. Tentando di capire la funzione del cubo, la Lanterna si lancia in un'ardita associazione; l'artefatto alieno deve essere connesso a quel tizio alieno di Metropolis. Come dire che siccome uno indossa degli stivali verdi è legato a Martian Manhunter.. 
Stacco su una partita di football, dove facciamo la conoscienza di Victor Stone mentre porta la sua squadra alla vittoria. Emerge il problema comunicativo col padre assente e vengono poste alcune basi della genesi di Cyborg, unico subplot dell'albo. Metropolis; Hal Jordan ferma Batman e tutto gajardo va a recuperare Superman da solo. Due passi e viene steso da un singolo raggio di energia.
Non c'è niente di totalmente sbagliato nell'albo, dalla sceneggiatura di maniera al disegno che ci si aspetterebbe dal solito Jim Lee in funzione pilota automatico. Il problema sussiste nell'assenza dei benchè minimi elementi utili a suscitare entusiasmo e attesa per l'uscita successiva. Il tenore generale si assesta sul team-up andante, in cui fortunatamente viene evitata la scazzottata di presentazione pre-pacche sulle spalle. Se a Johns davvero interessa non tanto raccontare i personaggi - Cyborg escluso - quanto instaurare le dinamiche di gruppo, la serie ne avrà da guadagnare nel lungo periodo. Per ora un esordio incerto, sospeso fra tradizione e ben poca innovazione.

martedì 13 settembre 2011

DC: The New 52 - Best #4

Post spezzato in dieci parti al fine di fornire una lettura agevole nonchè una regolare cadenza di pubblicazione (quotidiana, imprevisti permettendo). Completata la disanima, i singoli post saranno accorpati nella classica formula di B&W#5.


DC Comics ha premuto il pulsantone rosso, resettando il proprio universo fumettistico. Follia suicida o ragionata operazione di restyling e svecchiamento? 52 numeri 1 per altrettanti personaggi o gruppi più o meno iconici. Iniziamo con l'analizzare le viscere cartacee delle uscite dal 31/08 al 07/09:


Best

4 - Action Comics
Cover 1

Cover 2
Nel mezzo perde la fossettina sul mento e cinque o forse dieci anni di età. Il rilancio di Supes era atteso, forse anche troppo. Perchè dietro c'è pur sempre la manona di quel "irlandese idiota" di Morrison. E poi Superman è sempre Superman, forse il personaggio in assoluto più difficile da scrivere perchè bandiera rappresentativa di quell'iconicità immutabile tipicamente DC.
Si presenta come un bullo consapevole del proprio potere, alle prese con affaristi privi di scrupoli che si arricchiscono sfruttando l'economia.
Oggi come nel 1938, Superman sembra fare le veci del proletariato e assume toni da giustiziere che combatte non superesseri ma imprenditori dal malaffare ben vestito. Le forze dell'ordine rispondono spaesate, trattandolo alla stregua di un criminale inafferrabile e apparentemente invincibile.
Il successivo passaggio da Supes a Kent testimonia il processo di umanizzazione operato da Morrison. Tentativo che accomuna il personaggio alla più classica (e ragnesca) concezione di problematiche terra-terra come il lavoro di articolista o l'affitto da pagare.
Umanizzazione che trova riscontro nel rapporto fra Supes e la gente comune, pronta a proteggerlo e a tutelarne la salvaguardia pur contravvenendo alle regole imposte dalla legge.
Legge rappresentata dalla collaborazione di Lex Luthor con l'esercito. Personaggio che guarda l'avvento del superuomo con distacco e sospetto, profilando una mente d'illuminazione eccentrica quanto subdolamente calcolatrice.

Evidente la scelta di depotenziare il personaggio, lacero e sanguinante fin dal primo albo, finalmente spoglio dell'aura di invincibilità/intoccabilità che finora gli è appartenuta. Bravo Morrison che coglie nel segno lo scopo dell'iniziativa New 52, riportando interesse nei confronti di un emblema superomistico sopito da almeno tre lustri.

lunedì 12 settembre 2011

DC: The New 52 - ex-aequo Worst #5

Post spezzato in dieci parti al fine di fornire una lettura agevole nonchè una regolare cadenza di pubblicazione (quotidiana, imprevisti permettendo). Completata la disanima, i singoli post saranno accorpati nella classica formula di B&W#5.


DC Comics ha premuto il pulsantone rosso, resettando il proprio universo fumettistico. Follia suicida o ragionata operazione di restyling e svecchiamento? 52 numeri 1 per altrettanti personaggi o gruppi più o meno iconici. Iniziamo con l'analizzare le viscere cartacee delle uscite dal 31/08 al 07/09:

Worst


ex-aequo


5 - Justice League International
Il rimando all'altra League deve stare talmente sulle balle a quelli DC che l'hanno scritto piccolo-piccolo sulla cover; niente grassetto e colorazione interna trasparente, praticamente invisibile. E allora parliamo di tale Justice International; inizia molto bene, con la selezione degli eroi da parte dei primi ministri internazionali che nella scelta rivolgono più attenzione all'apparenza e al controllo invece che all'efficacia e utilità di azione.
Il tono si prefigura scanzonato, con personaggi consapevoli di appartenere ad un team di ripiego, eppure entusiasti di esserci pur di uscire dall'anonimato. Il precariato colpisce anche l'ambito superomistico, ma non tutti sembrano stare ai patti e Guy Gardner si licenzia ancora prima di essere assunto.
Togliere - temporaneamente - di mezzo il più potente fra i candidati, rende la squadra ulteriormente disconnessa, isterica e priva di un leader forte. Quello imposto, Booster Gold, sembra più attento all'immagine pubblica che al coordinamento della squadra.
Seguono fin troppe pagine con brutte scazzottate. Dopo tanta leggerezza non mi sarebbe dispiaciuto ricevere una secchiata di acqua gelida, invece torniamo alla disimpegnata inside-joke per cui vale la pena ridere dell'insieme. Distribuito in tre parti, si distingue in una prima divertente selezione salvo poi ricadere nel tranello della presentazione di personaggi che nulla hanno da dire. La prima missione funziona nell'impianto comunicativo ma diventa quasi subito convenzione disposta nella più classica formula supereroica.

domenica 11 settembre 2011

DC: The New 52 - ex-aequo Best #5


Post spezzato in dieci parti al fine di fornire una lettura agevole nonchè una regolare cadenza di pubblicazione (quotidiana, imprevisti permettendo). Completata la disanima, i singoli post saranno accorpati nella classica formula di B&W#5.



DC Comics ha premuto il pulsantone rosso, resettando il proprio universo fumettistico. Follia suicida o ragionata operazione di restyling e svecchiamento? 52 numeri 1 per altrettanti personaggi o gruppi più o meno iconici. Iniziamo con l'analizzare le viscere cartacee delle uscite dal 31/08 al 07/09:


Best


ex-aequo


5 - Batgirl

Incipit col serial-killer munito di lista della morte e un'uccisione idiota a dir poco.
L'omicida seriale che funge da collante a vicende supereroistiche è un subplot sfruttato da sempre (in tempi recenti rivisto anche nel Brand New Day di Spider-Man) ma raramente efficace o anche solo soddisfacente nello sbrogliare la matassa delle motivazioni/rivelazioni d'identità. Anche qui si prefigura un villain non brillantissimo (la sconclusionata parte finale) ma Gail Simone è brava a spostare l'attenzione su Batgirl-Barbara Gordon; scritta benissimo e alla quale bastano poche righe per raccontarsi, riuscendo a bucare la vignetta creando un efficace rapporto simpatetico col lettore.
Il mantra si ripete ossessivo prima del rocambolesco salvataggio di una coppia da una banda di teppisti mascherati. La riuscita sequenza d'azione, oltre a fare buon uso degli spazi, ricorre a molta fisicità che lascia emergere certa avventatezza e inesperienza tattica (l'attacco a sorpresa votato al corpo a corpo, la chiusura a penzoloni dal balcone) ma anche prontezza e capacità di improvvisazione nel risolvere le situazioni sfavorevoli (l'uso di oggetti domestici, il "fight a monster, become a monster"). Poi, assieme al costume si spoglia del personaggio.
La dissociazione trova spiegazione a metà albo; The Killing Joke è avvenuto, il Joker ha sparato a Barbara Gordon che è rimasta paralizzata tre anni, salvo poi riprendere l'uso delle gambe e guarire dal trauma fisico. Quello psicologico invece è rimasto.
Ma ci torneremo sopra. Nel frattempo, Barbara decide di trasferirsi per ricominciare la propria vita e suo padre Gordon accetta mestamente la scelta. La soluzione del trasferimento è una classica trovata finalizzata alla definizione dello starting point, solitamente associata a nuove cerchie di amicizie e/o presenza di un coinquilino. Che infatti non manca neppure qui, nella figura di Alysia, attivista dalla parlantina sciolta.
In seguito, a Barbara arriva la segnalazione dell'irruzione del tizio incapucciato in un ospedale e ci si fionda con la batmoto. Arrivata sul luogo del crimine, non fa in tempo a dire "ha chiamato Cloak, rivuole la sua cappa.." che il cattivo le punta la pistola contro.
Cade la maschera. Per quanti tentativi di autoconvincimento possa fare, Barbara e Batgirl sono e saranno sempre la stessa persona. Le insicurezze di una diventano quindi le debolezze dell'altra che, incapace di reagire, vede commettere sotto ai propri occhi (e quelli della detective McKenna) l'omicidio dell'ennesima vittima designata dalla lista.
Fine. Bel numero introduttivo che rilancia con forza il personaggio. Rimane da constatare il background apparentemente debole, perchè la sola coinquilina non potrà reggere in eterno il gioco delle parti (lei espansiva, l'altra introversa) e basare l'intera run sul trauma di Batbara rischia di esaurire in fretta lo strumento diegetico più potente a disposizione di Gail Simone.