domenica 26 ottobre 2008

-2 Livello del Terrore


Regia: Franck Khalfoun
Durata: 1 h e 38 m
Angela (Rachel Nichols) si trattiene in ufficio durante la vigilia di natale. Rimasta sola all'interno dell'edificio, viene presa di mira da una sinistra guardia di sicurezza con carenze affettive (Wes Bentley).

Best

5 - Frenchman in New York


Ok, il pacchetto non andrebbe scartato ma la confezione del solito Maxime Alexandre è quantomeno pulita e ben presentata.

4 - Dog Soldier

Un tabù del cinema mainstream statunitense consiste nell'evitare la morte violenta ed esplicita di animali domestici, se non ammorbidita da tanta ironia o abbondante fuori campo. Qui un cane viene massacrato con inaudita cattiveria. Non è Kim Ki-duk (serve specificare il fatto che proprietario del cane sia il malvagio e che la morte è causata da un atto di autodifesa?) ma spiazza proprio per la divergenza del contesto.

3 - Lo psicopatico della porta accanto


Una personcina sola o meglio abitudinaria della solitudine, in cerca di compagnia obbligata a accondiscendenti frustrazioni. Se non fosse per l'incipit e la violenza insita nel rapimento, inizialmente si sarebbe quasi portati a simpatizzare nei confronti dell'ingenua accomodanza di un tizio obbligato a lavorare la notte della Vigilia di Natale. Poi si pensa che c'è di peggio del lavorare la notte della Vigilia di Natale. Tipo non avere un lavoro o essere un pluriomicida con l'espressione catatonica di Wes Bentley.

2 - Tesoro, mi è entrato un bruscolino nell'occhio



Questo sembra fare male, molto.

1 - P2



Di Propaganda non ve n'è alcuna traccia, tuttavia l'apporto scenografico è adeguato nel definire una dimensione architettonica di utilizzo conosciuto e abitudinario dentro la quale collocare il gioco del gatto contro il topo. Del resto i parcheggi interrati sono davvero inquietanti. Tutti.

Worst

5 - La sequenza di apertura



Se volevano stupire con i titoli di testa si sarebbero potuti inventare qualcosa di meno palloso. Inoltre ha l'aggravante del definire in modo inequivocabile la posizione dell'assassino, vanificando alcuni discreti presupposti da "ci è o ci fa?".

4 - Miss Maglietta Bagnata



Rachel Nichols è un incrocio da laboratorio fra il DNA di Mena Suvari e la coniglietta che Hugh Hefner tiene dentro l'armadio delle buone occasioni. Dal ventesimo minuto in poi se ne gira in sottoveste e, per effetto di causa e conseguenza, a un certo punto ci scappa il getto d'acqua. Ma esporre le sise e spezzarsi un'unghia non basta a farne una scream queen meritevole di menzione.

3 - Due morti pleonastiche



Uno viene ripetutamente investito con la macchina e maciullato contro la parete del parcheggio. L'altro invece.. boh, non ricordo più quale brutta fine faceva l'altro. Comunque sono entrambi messi lì solo per ricordarci che nel film c'è un ragazzo con qualche problemino, ecco.

2 - Contrappasso non legiferato



Promemoria: non apostrofare con "stupidissima troia del cazzo" la donna che avete torturato da poco, soprattutto se siete inermi e ammanettati ad un'auto che perde carburante. La frase scatenante porta la bella indifesa a vendicarsi con tanto di frase ad effetto. Il compiacersi dell'agonia in nome di un presunto senso di giustizia è francamente aberrante e verrebbe voglia di reclamare a gran voce la schietta retorica reaganiana degli anni ottanta.

1 - Ahya!



Il produttore Alexandre Aya si porta dietro lo sceneggiatore fidato e mette alla regia l'amico Franck Khalfoun (era il benzinaio "accettato" in Alta Tensione). Ma al parcheggio sotterraneo mancano le fondamenta e si respira troppa aria di approssimazione; dal soggetto al montaggio, dal casting alla pura messa in scena. Come una bozza malamente accennata o una prova generale in vista della bella copia riveduta e corretta. Che non c'è.

Nessun commento: