domenica 17 maggio 2009

Chrysalis

Regia: Julien Leclercq
Durata: 1h e 34m
Domanda: cosa muta nella crisalide del cinema sci-fi francese; variopinta farfalla paradigmatica e seminale o larva decomposta come sintetico surrogato di quanto già è stato consumato? Su.. che è facile...

Best

5 - Locandine birichine



Dall'esperienza con Fattore Attesa ho appreso quanto si possa intuire di un film dalle informazioni relative al cast tecnico/artistico e al lancio promozionale. Il linguaggio cinematografico è spesso specchio dell'uso che del film viene fatto in ambito pubblicitario. Qui la variante assume triplice target. Il pubblico femminile viene orientato sugli aspetti candidi dell'innocenza, eterei e idilliaci (sfondo bianco e faccino pulito di Mélanie Thierry). Per il pubblico maschile viene scelta la ruvida espressione sanguinosa del duro nerboruto (sfondo nero e faccione contrito di Albert Dupontel). E poi l'ultima spiaggia dell'home-video, con la soluzione incentrata sul tema fantascientifico/action, ricercando gli appassionati del genere. Generalizzazione imperante? Certo, ma ancora qualcuno casca in simili trucchetti. Ed è giusto sia così.

4 - HTH



La mia pazienza viene messa a dura prova da film con gente che ogni tanto si incontra e si prende a schiaffoni per più del mezzo minuto necessario ad affondare artigli o lame affilate nella cotenna di cui il vincitore farà banchetto. Bud Spencer ha già dato e per queste cose ci sono tornei circensi con acrobati e giocolieri delle arti marziali. E gli stadi, per i più sportivi. Semplicemente mi annoiano, a meno che non siano causa di incidenze talmente fortuite che neppure il miglior Ernest Lehman sarebbe riuscito a sostenere. Le reggo solo se girate benissimo, come nei Bourne di Greengrass. Senza strabordare nella confusionarietà dell'azione o nell'intangibilità dei corpi, Leclercq è lo studente ultraripetente che porta a casa una risicata sufficienza pur seguendo svogliatamente la lezione. Bocciato a fine anno scolastico.

3 - Ascensione



Ecco un'idea carina realizzata proprio male. L'ascensore sale di piano in piano e la prospettiva di camera assieme ad esso. Ad ogni livello corrisponde un progressivo spopolamento del personale e un cambiamento architettonico che attraverso la simmetria verticale rende percettibile un certo decadimento morale (l'ultimo piano è adibito a cose losche). Questa sarebbe stata la versione bella. Invece assistiamo, per giunta al rallentatore, a sette piani fatti da corridoi identici fra loro (la location è sempre quella), con comparse che passano casualmente. Pur formale, il vezzo guadagna qualcosa nel morire tentando di distinguersi dall'imperante piattezza televisiva di tutto il resto.

2 - Prima che sia inizio



Come spesso avviene, l'incipit è avvincente quanto basta da promettere ciò che mai potrà essere mantenuto. L'improvviso impatto dell'incidente automobilistico vissuto all'interno del veicolo è sequenza oggi comune (Dottor House e Rocknrolla hanno usato la medesima matrice) ma alimenta curiosità nei confronti dell'apparentemente slegata contingenza col prosieguo. Seguono i titoli di testa, proiettati dentro una sparatoria da Unreal Engine 3.0, fra corridoi sotterranei e coperture improvvisate. Il "dopo" non sussiste.

1 - Giorni strani



Non ci è dato sapere in quale epoca sia ambientato il film, futuro prossimo o giù di lì. Per immaginarlo non calca la mano con futurismi azzardati e utilizza le innovazioni tecnologiche odierne per farne uso massivo e comune. Sbarella nel presupposto, quando ormai è troppo tardi per salvare il salvabile. Ciò non toglie una certa cura nella definizione del contesto rappresentativo, come il tour parigino sulla Senna.

Worst

5 - Melanie Thierry



Chrysalis.. Babylon AD.. Cara Melania, lassa stà! Te lo dico col muscolo frontale nel palmo della mano; lascia perdere la fantascienza, se proprio tieni al ruolo di coprotagonista buttati dentro qualche trenino she-male. Peggio di così non potrà sicuramente andare.

4 - Vuoto mnemonico


Presidente Gaumont: Dobbiamo trovare un personaggio complessato ma non troppo complesso..
Sceneggiatore: Mettiamoci quella faccia ricavata dal calcestruzzo di Dupontel che vede la propria moglie-collega uccisa durante un'azione militare!
Presidente Gaumont: Bene, e poi facciamo che a un certo punto perde la memoria ma rimane sempre uguale.
Sceneggiatore: Ecco perchè lei è il Presidente!

3 - Ironia portami via



Come posso prendere sul serio ciò che è stupido ma si spaccia per serio, dannatamente serio? Non c'è ironia. Postilla a bordo pagina: ironia non significa sdrammatizzazione. Non significa necessità di mettere qualche Rob Schneider che sbuca alle spalle per dire una cretinata e tantomeno significa rendersi ridicoli fingendosi intelligentemente sarcastici. Ironia è consapevole utilizzo (e perchè no, sfruttamento) del mezzo di appartenenza e in primo luogo dei suoi limiti. Per trasformarlo in temi e contenuti su cui è possibile ironizzare o fare allegoria. Penso a Corman e in misura ulteriormente maggiore a Carpenter o Kusturica che ne hanno fatto filosofia registica, realizzando tanto con poco, sia agli occhi che all'intelletto. Chrysalis è poco ma sembra realizzato con tanto e in più vi tiene il broncio. Sorridi, Chrysalis! Oppure rimani serio ma almeno togliti quella scopa dal culo.

2 - Luc Besson



No, col film non c'entra nulla. Direttamente. Negli anni ottanta ha messo piena la cinematografia francese del suo sperma, diventando presto paparino dell'iperrealismo estremo che inizialmente ha guardato con successo all'identità personale/nazionale (Le dernier combat, L'odio, La machine..) ma che come ogni innesto originale è rapidamente divenuto regola, salvo poi radicarsi nello scimmiottamento del blockbuster hollywoodiano (Il patto dei lupi, Dobermann, Blueberry..). Julien Leclercq è ultima prole della figliata già comprendente Kassovitz, Gans e Kounen. In attesa della pecora bianca mi interrogherò sulla pronuncia del cognome: leclerc? lequerq? leclurch?

1 - Scappa che ti prendooops!



Gentile lettore, ti presento il peggior inseguimento della Storia. Proprio quella con la esse maiuscola. Immagina l'inseguito mentre si arrampica attraverso strutture metalliche con disabile fare insano e all'occasione tira micidiali sganassoni ad accidentali passanti. Poi pensa l'inseguitore che lo rincorre a mezzo metro di distanza nella parte libera da ostacoli, puntandogli contro la pistola, di tanto in tanto. Senza mai raggiungerlo. Finisce che entrambi cadono dentro un'area di raccolta, spiaccicandosi storditi sul fondo. Ci finiscono dentro in un'inquadratura che li fa sparire come neppure nelle comiche degli anni venti, quelle con i tizi che improvvisamente svanivano dentro i tombini. Qualora vogliate rivedere l'orrida sequenza non sarà necessario premere il tasto rewind del lettore. La rivivrete ogni volta che chiuderete gli occhi, garantito.

2 commenti:

Elvezio Sciallis ha detto...

Grande come al solito. In più questa volta mi risparmi una visione, sono uno di quelli che ancora tende a fidarsi di determinate persone e dopo quanto hai scritto non posso certo sprecare così 90 minuti.

Comunque questa volta non si riesce a distinguere fra best e worst eh...

Dies Irae ha detto...

Ci ho provato. Ho davvero provato a definirne il salvabile ma, con i suoi colpi sotto la cinta, Chrysalis mi ha costretto all'angolo della scelta fra "worst" e "less worse". Sul veicolare la mancata visione, beh.. preferirei non assumermi simili responsabilità e - sebbene novanta minuti rubati alla vita siano davvero un furto odioso - ritengo che la crisalide putrefatta meriti una fugace visione. Non fosse altro per l'essere manifestazione sintomatica dell'attuale produzione sci-fi francese, priva di autentico ricambio generazionale (al contrario della vitale scena horror, come ben sai) e ancora fortemente legata al cinema dei padri o dei fratelli maggiori (già derivativo di suo).