giovedì 28 agosto 2008

The Orphanage


Regia: Juan Antonio Bayona
Durata: 1 h e 45 m
Laura torna nell'orfanotrofio in cui ha vissuto da bambina, intenzionata a rimetterlo a lucido e ospitare giovani disabili. Assieme a lei il marito e il figlio adottivo, Simon. Proprio la scomparsa del ragazzino sarà elemento cardine fra presente e passato, mentre alcune presenze soprannaturali faranno emergere un oscuro mistero sepolto nelle fondamenta della casa.

Best

5 - Guillermo del Toro



Ci crede fin dallo script mettendoci parte dei finanziamenti e soprattutto il nome, durante la promozione pubblicitaria. Ne segue i passaggi produttivi da vicino, lasciando libertà totale a Juan Antonio Bayona (pur evocando quest'ultimo alcune influenze da La Spina del Diavolo). Infine caldeggia il film alle major statunitensi che lo acquistano per distribuirlo in sala, dimostrandosi un produttore dalle mani d'oro.

4 -
Il filmato di repertorio



Girato benissimo e montato meglio, il filmatino giunge a metà film ponendo sotto nuova luce (o meglio penombra) i trascorsi nell'abitazione/orfanotrofio. E l'inquietudine s'impenna!

3 - Rivelazioni



Laura ritrova il figlio. I motivi della scomparsa vengono brillantemente introdotti con notevole valenza narrativa, priva di didascalismo e inutile verbosità. Un colpo di scena che non cerca l'effetto sorprendente a tutti i costi ma trova in fatalità e coerenza le sue armi più efficaci. Lasciando il segno a lungo.

2 - Tomàs


Presenza costantemente angosciosa e dal tragico passato, il sacco di juta dai lineamenti maldestramente abbozzati ne è ideale avatar, impressionando ad ogni sua silenziosa apparizione.

1 - Firm de paura



Suggerisce molto e svela poco, lasciando spazio all'immaginazione e alla percettibilità sensoriale. Riesce a turbare giocando su intense atmosfere ed espedienti tradizionali, senza l'ausilio di computer grafica o effetti speciali. E' la vittoria dell'horror pieno che torna alle sue radici più profonde, pur arricchito da esperienze moderne. Derivativo ma con gusto, conferma lo stato di buona salute della produzione orrorifica spagnola ed europea in generale.

Worst

5 - Pensierino della sera



"Come protanno fidarsi a lasciarci i loro figli, dopo questo?"
Da una manciata di ore ti è scomparso il tuo, di figlio, e vai a farti simili paturnie... Forse lo sceneggiatore era in pausa caffè e qualche burlone di passaggio gli ha fatto uno scherzo modificando i dialoghi di questa ilare sequenza, boh..?!

4 - Il gioco degli indizi



Il passatempo preferito dai fantasmini consiste nel lasciare alcuni indizi della loro presenza che i viventi dovranno recuperare in giro per casa, giungendo infine al "premio" ultimo. Si bazzica dalle parti di Shyamalan senza considerare l'enorme lezione di Amenabar, privando i defunti della loro dignità eterea. Peccato.

3 - Shock in my Town



Grossolano effettaccio da raudo sotto la poltroncina, malevolo all'interno di atmosfere giocate di fino (pur non prive di riusciti colpi bassi).

2 - La seduta spiritica



Un gruppo di studiosi dell'occulto è testimone della dimora infestata. Gerardine Chaplin in un ruolo piuttosto sciocchino. La parte più cialtrona o quantomeno la più superflua.

1 - Tarallucci e aranciata amara



Si intuisce dove andrà a parare il tutto quando in una scena iniziale viene citato Peter Pan. La fiabetta conciliante con i bambinelli stretti attorno alla mamma-amica è una caduta di stile non minore del finale consolatorio. Un po' di coraggio e cattiveria in più non avrebbero guastato. Così sembra il mellifluo compitino scritto in bella che perde qualcosa nel passaggio dalla più sincera brutta copia.

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