giovedì 21 agosto 2008

Black House


Regia: Terra Shin
Durata: 1 h e 44 m
Il presunto suicidio del figlio di una coppia spinge un novello assicuratore ad indagare sulle vere cause della morte, portandolo al confronto con la psicosi umana e i sensi di colpa derivati da un tragico evento del suo passato.

BEST

5 - Non aprite quel seminterrato



Forte di reminescenze hooperiane, la sala giochi della malvagia padrona di casa è l'interno più ispirato del film, fra cappi in penombra e arti penzolanti contro i quali scontrare "accidentalmente" il volto

4 - Diamoci un taglio



Totalmente succube della moglie e spinto da quest'ultima alla riscossione del premio assicurativo, il marito si amputa le mani con una cesoia a ghigliottina in una sequenza dal sufficientemente efficace montaggio alternato

3 - Il timido imbranato



Il protagonista del film, un insicuro quanto goffo impiegatuccio del tutto inerme agli eventi che lo circondano; cade, incespica, piange.. le sue uniche armi offensive sono un mazzo di chiavi e un estintore. Finalmente privo di machismo latente o rivalsa aggressiva dell'uomo medio, benchè il leit-motiv Zen tenda a protrarre inutilmente ogni situazione potenzialmente risolutiva

2 - Voglio i miei soldi



I primi sospetti dell'assicuratore cadono sul marito, un omino inquietante e credibile nel ruolo di infanticida dai disturbi psicopatologici, gli avvenimenti si sbroglieranno in diverse quanto prevedibili direzioni ma sue rimangono le battute migliori del film

1 - La casa nera



Costantemente ripresa dal basso verso l'alto, la black house è un'incombente quanto fatiscente presenza buia, isolata da ogni microcosmo sociale (una ferrovia limita simbolicamente i contatti con l'esterno), circondata da rampicanti e arbusti secchi è rappresentazione del meglio figurativo/significativo presente nel film

WORST

5 - Il senso di colpa



A parte la risibilità del pretesto (il fratellino si suicida perchè viene maltrattato dai bulli e il protagonista non fa nulla per aiutarlo), siamo ancora ai flashback con le tonalità virate di bianco/giallo?

4 - Il tiro della fune



L'omicidio più idiota del decennio. Lei mette una tagliola sotto il fango, nei pressi di un carretto con dentro un coltello (?!). Lui - comparsa dotata di profondità pari a quella di un agnello da latte nel giorno di Pasqua - nota per caso il carretto e s'incuriosisce per la presenza del coltello, facendo un passo di troppo. Vanno segnalati i seguenti aspetti: la machiavellica pianificazione di una strategia complessa ma basata esclusivamente sulla botta di culo, la gracile donna zoppa che con la sola forza di un braccio trascina per venti o più metri un uomo sui 70 chili che si dimena in mezzo al guano, il perfetto sincronismo dell'operazione con l'arrivo di un treno

3 - La schiumata


Il nostro è messo alle strette dalla donna col coltellaccio. Lesto prende il fido estintore e lo usa contro la cattivona, muovendosi alla cieca nel mezzo delle polveri chimiche... Lei ovviamente lo aggira per infilzarlo da dietro, con tanto di espressione facciale che malamente cela noia o forse solo dissenteria. Probabilmente l'alternativa consisteva nel lanciarle un gavettone.

2 - Non posso fare altro che sorridere



La mogliettina dell'assicuratore deve sparire per un po', giusto il tempo necessario a farsi rapire dalla katifa del film (che mica è chiaro come l'abbia sorpresa/stordita e trasportata da una città all'altra, visto che gira solo in bicicletta..). Nell'atto di separarsi dal marito dice: "Io sono un medico, il mio lavoro è quello di aiutare le persone ma sento che non posso aiutarti, con te io non posso fare altro che sorridere.. mi dispiace tanto". Dice proprio così. Davvero.

1 - Male dentro



"Mamma, voglio tanto un cuccioletto..."
"Ancora? L'ultima volta l'hai perso!"
"Non l'ho perso, mamma... non dirla a nessuno questa cosa, ma io devo raccontarti un segreto.."
Nel mondo ci sono i psycobambini destinati a diventare sceneggiatori di Black House o spietati serial-killer e il film ce lo ricorda suggellando tanta bontà di morale con la faccia weirdamente basita del protagonista

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