mercoledì 8 ottobre 2008

Riflessi di paura


Regia: Alexandre Aja
Durata: 1 h e 50 m
Ben Carson (Kiefer Sutherland) è un ex poliziotto con un passato da alcolista. Lasciato dalla moglie, vive di psicofarmaci a casa della sorella (Amy Smart). Per sbarcare il lunario inizia a lavorare come custode notturno di un fatiscente edificio dai molti specchi, precedentemente adibito come centro commerciale e ancora prima come istituto psichiatrico...

Best

5 - Specchio riflesso



Inspiegabile come un paio di rubinetti possano generare simili cascate di acqua, allagando in pochi minuti una casa a due piani. Altrettanto incomprensibile è l'improvvisa follia del figlio. Le assurdità non negano però la riuscita della sequenza ambientata nella casa della famiglia di Carson. Con alcuni blandi echi di Alta Tensione.

2 - Il centro commerciale



Contrariamente a Kim Seong-ho, Aya non ricostruisce il Grande Magazzino arso dal catastrofico incendio di cinque anni prima. Ne guadagna l'impatto figurativo, a metà tra i videoludici manichini di Condemned e la desolazione dai piedi bagnati di Bioshock, esaltato da alcune non banali scelte cromatiche di Maxime Alexandre. Spaventa poco ma qualche suggestione riesce comunque a darla, qui e là...

3 - Dualismo



Narrativo, con Sutherland diviso fra famiglia e lavoro. Soprattutto visivo, nelle dicotomie appena suggerite dagli onnipresenti riflessi su acqua o superfici lucide. Nonostante tutto, Aya riesce a dare al film un'impronta stilistica personale, benchè annacquata all'interno dei più beceri espedienti da salto sulla poltroncina.

2 -Bagno di sangue



L'emoglobina scarseggia perchè Aya ha deciso di usarla tutta in un'unica sequenza, quella del bagno di Angela Carson/Amy Smart. Gooory!

1 - Riflettendoci sopra


Dall'originale riprende il presupposto iniziale, sconvolgendone sviluppi e situazioni. Quello dell'anima inquieta intrappolata nello specchio è un tema già percorso dal tremebondo Mirror di Lommel piuttosto che dall'altrettanto nefando Mirror-Mirror della Sargenti. Nel caso di Mirrors (che titolo originale!) le affinità sono vicine allo stand di J. Gail letto nella terza serie del JoJo di Hirohiko Araki. Pur derivativa, l'idea è buona e rappresenta una ventata d'aria fresca nel panorama delle produzioni statunitensi debitrici dell'horror asiatico. Up!

Worst

5 - Jack Bauer



Per un po' mi accompagna la sgradevole sensazione che sia uno spin-off un po' truce di 24. Poi, quando impugna la pistola diventa certezza: sei Jack Bauer in preda all'amnesia, svegliati!

4 - 7 minuti di scempiaggini



Lo specchio indistruttibile che si autoripara e scrive messaggi sul vetro no, dai!

3 - Jason Flemyng



Non si capisce per quale motivo il personaggio più insulso del film dovrebbe aiutare Carson facendo il Jim Brass della situazione... E poi da chi è stato doppiato; Zio Tibia?

2 - Attraverso lo specchio



Approssimativo e forzato, il finale pare buttato lì con il solo scopo di stupire e perde nettamente il confronto con l'originale, visivamente migliore e dotato di una certa coerenza interna alla continuità del racconto.

1 - Suore di menare



Sarà qualche analogia architettonica o sarà il make-up un filino troppo accentuato. Saranno i salti, le capriole e le mosse di wrestling o forse gli allucinati primi piani con largo dispendio di grugniti e urletti. Sarà quel che sarà ma a me, la suora invasata che s'attacca ai muri e mena come un fabbro è sembrata la versione demenziale del mostro nel pozzo dell'Armata delle Tenebre. Da stracultizzare il momento in cui lancia Sutherland contro il muro per poi trascinarlo lungo il corridoio allagato. Ovvero come rigettare sul film - in forma di emesi biliare - la (poca) suspense alimentata fino a quel momento.

1 commento:

Renzissimo ha detto...

Mmmh, sembra bello. Ho visto qualche scena e mi è piaciuto.
Hahah, Jack Bauer catturato nel film, wooooorst!!!!
:)