domenica 18 gennaio 2009

Defiance - I giorni del coraggio


Regia: Edward Zwick
Durata: 2h e 17m
Per fuggire alla persecuzione nazista, tre fratelli ebrei (Zus/Liev Schreiber, Tuvia/Daniel Craig e Asael/Jamie Bell) si nascondono nei boschi dell'entroterra polacco, dove formano una resistenza armata assieme ad altri sopravvissuti. Tratto dal romanzo "Gli ebrei che sfidarono Hitler", di Nechama Tec.

Best

5 - Amoremorte

Montaggio alternato e con musichetta fra il matrimonio di Asael e l'agguato dei partigiani russi. L'insieme funziona benchè Jamie Bell soffra della sindrome di eterno adolescente; uno di quelli che anche quando si fanno crescere la barba sembra che gliel'abbiano appiccicata in faccia a forza di make-up.

4 - La prima fuga


Il senso di emergenza è reso con efficace frenesia, peccato si risolva dopo qualche secondo di fuga con una orrenda sparatoria che dovrebbe identificare la prontezza e preparazione dei partigiani e invece dimostra solo l'inettitudine e incapacità della polizia sovietica.

3 - Questo campo non è un albergo!

Un rifugiato ostenta arroganza e Tobia rimarca la propria leadership facendolo fuori. La risolutezza del personaggio raggiunge sconcertanti vertici di spietatezza (il massacro a casa del collaborazionista o il linciaggio del soldato tedesco) tali da farlo sembrare meno prevedibile di quanto si riveli poco dopo (l'innesto sentimentale e la fragilità nel più delicato momento decisionale). Non si può certo dire che sia un carattere riuscito ma evitare la simpatia a tutti i costi di un ruolo simile rappresenta una mezza vittoria per boccuccia Bond.

2 - Liev Schrieber

Il sinistroide dei fratelli è anche il più interessante e sfaccettato nonchè il meglio recitato. I suoi conflittuali rapporti con Craig prima e con la Resistenza russa dopo sono fra le cose migliori del film, entrambe comunque ampiamente inespresse e indice del potenziale sprecato da Zwick. Inoltre è immortale e invincibile, come dimostrano due sequenze talmente assurde che sarebbe stato impossibile girarle anche in Rambo III; la prima è l'attacco solitario 1 contro 100 dove i fori dei proiettili che incassa equivalgono ad altrettanti buchi di sceneggiatura, l'altra avviene durante la battaglia finale e lo vede uscire dalla foresta sparando col mitra, saltare sul carro armato e finire a pistolettate il nazista in torretta, poi butta una granata dentro al mezzo che esplode mentre lui si appende alla canna del cannone. Tutto in meno di venti secondi!

1 - La morte del cavallo



Ben gli stà di finire in pentola! Reo d'avere contribuito in modo determinante al Worst #2.

Worst

5 - Riefensthal de olliwùd



Guardando i finti video di repertorio iniziali, viene da chiedersi se Zwick abbia mai visto un vero filmato dell'epoca. Per invecchiare l'immagine sono stati applicati alcuni orrendi filtri probabilmente usciti dal Movie Maker di Windows ME, la resa finale riesce ad apparire costruita e fasulla proprio mentre sotto passa la scritta "Una storia vera". Ma...

4 - Predicatore Vs. Intellettuale



Intellettuale: "Allora prova a dirmi perchè la politica non ha senso"
Predicatore: "All'ovest il mostro con baffi piccoli e all'ovest il mostro con baffi grandi.. ecco quanto mi serve conoscere sulla politica"
Quando un film dice cose idiote credendo di essere intelligente e sagace è palese che sia accaduto qualcosa di sbagliato, in fase di scrittura.

3 - Ponendo l'accento


La comunità ebraica parla inglese (o la lingua del doppiato distributivo). Nulla di strano, i personaggi devono farsi capire e Zwick non vuole fare del gibsoniano neorealismo sottotitolato. Quindi, siccome i russi parlano russo e i nazisti parlano tedesco (in quanto "stranieri" nell'ottica dei protagonisti/spettatori), l'inglese dei partigiani trova la propria ragione d'essere come linguaggio neutro e necessario per motivi di comprensibilità. Perchè allora gli attori enfatizzano la parlata con un farsesco accento esteuropeo? Sembra di sentire Michael Hollick in GTAIV mentre gli attori parodiano Eugene Hutz di "Ogni cosa è illuminata". Non era necessario.

2 - Il pistolotto sul cavallo



Noooooooo.. il pistolotto sulla libertà col crescendo musicale proprio no, non qui, non sul cavallo bianco!

1 - Brothers in Arms (& Love)



Nonostante la spropositata durata del film (137 minuti) alla fine si ha la sensazione di avere visto pochissimo. Questo perchè la vicenda viene raccontata poco e male fra parti superflue (l'attacco dei lupi, la donna gravida), brutte sequenze d'azione (il primo agguato in notturna dagli esiti vicini all'incomprensibile) e romanticismo fuori da ogni ragionevolezza (tutti i fratelli trovano la propria dolce metà). Oltre ai dialoghi ridicoli, ovviamente. Per dirne una, a un certo punto Zus viene avvicinato da una rifugiata. Lei gli fa: "perchè le donne non possono portare armi?", "perchè ci sono gli uomini a proteggere le donne" risponde lui. Allora lei dice "voglio protezione..", lui le accarezza il volto, lei gli prende la mano e gliela mette sulla zinna. Cosa?!?

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