mercoledì 29 aprile 2009

The Fall


Regia: Tarsem Singh
Durata: 1h e 47 m
1930. Alexandria, giovane immigrata col braccino rotto è ricoverata presso la stessa struttura ospedaliera di uno stuntman fracassato che ha perduto la voglia di vivere. Fanno amicizia e lui inizia a raccontarle una storia per ingraziarsene i favori. Inaspettatamente lei subentra nel racconto ridandogli inconsapevolmente uno scopo vitale. Nel mezzo, la fiaba della buonanotte con i cinque guerrieri favolosi che si battono per la pace, la libertà, la speranza, l'amore e tante altre belle cose.

Best

5 - David Fincher & Spike Jonze



Due che sull'impatto dell'immagine hanno sempre giocato, maestri del virtuosismo dell'inquadratura e del tempismo di montaggio, alla ricerca della coniugazione biologica fra visivo e narrativo. Succede che entrambi non sanno scrivere sceneggiature, come molti protagonisti dell'MTVexploitation di fine anni ottanta/inizio novanta (da Bay a Gondry passando per Glazer). Peggio di Tykwer e diversamente a Sofia Coppola o P.T. Anderson. Ma non divaghiamo; Fincher e Jonze, si diceva, sperano nella botta di culo di trovare la sceneggiatura scritta bene, come ogni altro bravo mestierante della cinepresa. Quando capita dirigono perfettamente e rivitalizzano generi o sottogeneri attraverso nuovi capisaldi (Seven e Zodiac per uno, Essere John Malkovich e Adaptation per l'altro). Ma cosa c'entrano con The Fall? Niente. O meglio tutto, perchè il film lo presentano e il discorso appena fatto non cambierebbe di una singola virgola se riferito a Tarsem Singh (se non fosse forse per una mezza battuta sul nome buffo). Al primo tentativo gli è capitata una sceneggiatura pastrocchiata con dialoghi scritti col deretano, finalizzata a certi estetismi barocchi magari divertenti e anche ispirati ma limitati dal freno del limite razionale. Ora invece l'eccesso prende il controllo sull'immagine, diventando racconto e divertente sceneggiatura.

4 - Bianco e nero



E così il film finisce, con la svolta che non ti aspetti e illumina tutto il resto. La sequenza omaggiante i pionieri dello stunt, interpreti di personaggi visti attraverso gli occhi fanciulleschi come ultimi gladiatori che rischiano la vita nell'arena dello spettacolo in nome del ludo e dell'intrattenimento altrui. Ancora oggi non può non mozzare il fiato rivedere certe irripetibili sequenze di veridicità ineguagliabile da qualsivoglia computer grafica o post-produzione che non sia la ripresa autentica del primo e unico ciak.

3 - La morte dell'antagonista


Inizialmente viene introdotto come figura correlata utile ad arricchire altri contesti, margine del racconto nel racconto. La sua figura sarebbe facilmente potuta cadere nel dimenticatoio ma rimane sedimentata nell'immaginario di Alexandria, affezionata ai protagonisti della storia e al possibile intreccio sentimentale fra eroe e principessa. Il maligno diventa un simbolo costruito dalla voglia di scoprire comunioni romantiche forti del classico letterario e cinematografico. Per il raccontastorie è la linearità priva di espedienti di sviluppo; lo usa come forzatura per giungere ad una conclusione sia narrativa che sociale (giunto al necessario distaccamento, conclude la storia per interrompere i rapporti con la bambina). Tramite il contributo di Alexandria che deconcentra e subentra ostinatamente nelle pieghe riferite, la situazione viene drasticamente modificata dall'innesto morale che lo relega a orpello destinato a soluzione sbrigativa. Non a caso fa la fine più cretina che film abbia mai potuto immaginare, come se non fosse mai stato personaggio rilevante ma solo spalla ambigua a cui è stata data fin troppa importanza.

2 - Trecce



La ragazzina si chiama Catinca Untaru, romena, classe 1997. Non appartiene a quel "carino" ermafrodito tipo bamboline alla Dakota Fanning o Abigail Breslin, pronte ad abbaiare a comando con dizione perfetta. Proprio la capacità di trasmettere entusiasmo e vitalità tramite la voce, forte di una marcata pronuncia accentata talvolta incespicante, altre insicura e altre ancora fiume lessicale a ruota libera sull'onda di evidente improvvisazione. Da grande sarà una virago baffuta o - per contrappasso adolescenziale - modella da cover patinate. Per ora ne ricorderò l'autenticità infantile, merce rara da trovare su set cinematografici.

1 - Fantasia al potere



The Cell sbagliava nell'intento di percorrere le ascendenze tipiche del crime-movie (serial killer, criminologi dediti alla psicoteoria, silenzi degli innocenti..) unendole alla fantascienza (la struttura da coma profondo, l'onirico veicolato dal mezzo tecnologico). E poi c'era Jennifer Lopez. Che non voglio sparare sulla croce rossa ma in quel ruolo pareva buttata a calci nel sederone da qualche agente senza scrupoli e disposto a tutto pur di promuovere l'ultima esibizione canora della sua assistita. A proposito, che fine ha fatto Jennifer Lopez? Boh?!.. The Fall rinuncia all'artificio per diventare un dichiarato viaggio di fantasia in cui la magnificenza visiva si forma nell'immaginazione come istantanee plasmabili e modificabili da inserti, aggiunte e sottrazioni. Au revoir.

Worst

5 - Charles Darwin



Fra tutti il personaggio dal maggiore fascino sottostimato e potenziale inespresso, tant'è che la scimmia gli sottrae spazio e importanza nelle sue fugaci comparsate. E alla fine dispiace più per la morte del valoroso primate che per l'uscita di scena del celebre biologo. Teoria del regresso evoluzionistico? Secondo Tarsem; la scimmia detta e Darwin scrive.

4 - Il puntaspilli



Va bene che della pomposità scenografica è fatto stilema e il racconto nel racconto giustifica parte dell'enfasi gratuita ma mica per questo è necessario fare di ogni dipartita una cartolina...

3 - Inizialmendicendo



Tutto l'incipit con la presentazione dei personaggi sarà pur utile ma si dilunga in sfaccettature che interessano poco o meglio sembrano poco utili, mancando di coinvolgimento. Boring.

2 - Attraverso lo specchio



Ogni annunciazio di manifestazione caratteriale ha la sua controparte reale che bazzica in quel dell'ospedale. Ma coppia protagonista esclusa, nessuno gode di vera scrittura. Si potrebbe dire che sono solo volti per manichini subliminati ma a soffrirne è proprio la controparte pensata, gli "eroi" che senza valide contingenze appaiono dispersi e in balia di inconcludenti voluottosità vanesie. Come lo spot con i demoni vs. calciatori privato della ridanciana espressione finale del diavolo-portiere.

1 - Chi rimane a guardare



Mi riprometto di non tornarci sopra, sembra quasi un pretesto da faciloneria del "worst inside"; già ne sei consapevole e tanto vale accettare l'embargo conoscitivo. Affronterò l'argomento un'ultima volta. Da due anni gira per festival internazionali (Toronto, Berlino, lo Stiges spagnolo!..) alla ricerca di distributori. Il passaparola ha fatto qualcosa e l'uscita direct to video, pur fuori tempo massimo alla Donnie Darko, è avvenuta in modo capillare negli States e parte delle americhe latine. In Europa si muove qualcosa e nelle sale germaniche è passato un paio di mesi fa. E noi? Andrebbe visto per forza col fascio di luce, un telo bianco e le poltroncine scomode ma siamo giunti al punto di accontentarci della distribuzione home-video. Il dvd ci ha fatto abbassare la guardia...

3 commenti:

Elvezio Sciallis ha detto...

Bravissimo.
I tuoi sono fra i pochi post che leggo con reale interesse, certe volte fai impressione (in senso positivo, ovvio).

Volevo solo precisare che il "puntaspilli" ha un preciso significato e funzione, in quanto ricalca con esattezza la morte di un personaggio in una narrazione mitico-religiosa.

Scrivi di più perdio!

Dies Irae ha detto...

Velocizzare la modalità di inserimento delle immagini subordinate al testo sarà il primo degli obiettivi che, mi auguro a breve, consentiranno una maggiore frequenza (o quantomeno regolarità) di aggiornamento. La struttura è in fase di revisione e sarebbe per me interessante proporre variazioni sul tema, pescando magari da ambiti letterari piuttosto che musicali. Hai visto mai che si inizi proprio dal Dio dell'Alcova... Grazie del riscontro, Elvezio, sempre gradito.

Elvezio Sciallis ha detto...

1) Quando rispondi così fai paura, pari un droide senziente di nuova generazione. O forse un Borg...

2) No eh, tu ti chiami Best and Worst, per parlare del Dio dell'Alcova dovresti chiamarti Worst And Worst o qualcosa tipo There's no limit to the Worst, ti prego non farlo sono scritture passate dalle quali ora ecco, mi sento un po' lontano...

3) Comunque sì, trovo sia scelta azzeccata espandere il concetto Best & Worst ad altri campi di espressione...