domenica 5 aprile 2009

FarCry


Regia: Uwe Boll
Durata: 1h e 30m
Si spara e si gira a cazzo di cane. Se ogni promessa è debito, a Uwe Boll tocca risarcire una legione di creditori. In ore di vita.

Best

5 - Outstanding



La dottoressa Helen Bryce in un casto spogliarello in penombra; vai così, Supes sarebbe fiero di te (e anche lo Djinn, suvvia)! Purtroppo viene gettata alle ortiche la presenza di Natalia Avelon, già talento dal raro agonismo fisico in quella cafonata di Das Wilde Leben.

4 - Sul cronometro



Un'ora e mezza. Ormai non durano così poco neppure le scene inedite nei contenuti speciali dei dvd. Quanto un cartone animato di dieci anni fa. La consapevolezza su quando smetterla con le troppe fesserie è un bene di lusso, in epoca di trilogie/prequel/sequel/spin-off. Qui non sarà indice di misura o moderazione ma ha il merito di rendere lo scorticamento scrotale più breve del previsto.

3 - Accontentarsi della mediocrità



Tra il film tv (da cui attinge la discontinuità di montaggio, certi tagli di inquadratura, l'uso del primo piano..) e il direct-to-video (il poco budget comunque speso male, la sciattezza dell'insieme, il "voglio ma non posso"..). Nel mezzo c'è la solita produzione bollita con qualche meno infamia rispetto al passato e la tragica mancanza di lode. Un passo indietro rispetto alla sfacciataggine deliberatamente autoironica/autoiconica di Postal o all'infantile e pur riuscita pretesa scioccante di Seed. Uno avanti se paragonato ai precedenti spara e fuggi, con maggiore senso del ritmo e migliore protagonista (fortunatamente monosillabico).

2
- 400 metri ostacoli


Mi sa che vorrebbe citare il primo inseguimento in 007 - Casino Royale col fritto misto di parkour e camicie hawaiane. Avrebbe potuto scegliere più nobili referenze ma sbarca il lunario quasi sembrando un momento di cinema col finale trucido. Maledetto déjà-vu!

1 - Boll KG



La Boll Kommanditgesellschaft, spauracchio cinematografico e catalizzatore di preoccupazione da parte del popolo videoludico. Con essa, l'Uwe teutonico ha diretto e prodotto alcune fra le maggiormente contestate e discusse trasposizioni di videogiochi (House of the Dead, Alone in the Dark, Bloodrayne 1 e 2, Postal..). Ma ci guadagnerà davvero? E in caso negativo, come si finanzia? Inizialmente si affidava alle deduzioni fiscali germaniche (un modo per rilanciare l'industria dopo i tagli economici che nei primi anni ottanta ne hanno pesantemente decimato le produzioni). La verità è che i film di Boll incassano poco in sala (ma il più delle volte quanto basta, considerati i bassi budget) salvo poi spopolare in home-video dove fanno sempre il botto. Ricava quindi quanto basta per far girare la ruota, più sostanziosi extra per permettersi la manutenzione della seconda piscina. A questo aggiungiamo la pubblicità indiretta fornita dal popolo web che fra forum di discussione e petizioni on-line non manca di contestarlo, facendolo assurgere a nuovo cultizzato Ed Wood. Lui, sornione, non solo si presta al gioco della controcritica ma cavalca l'onda facendone piccoli show mediatici. Genietto.

Worst

5 - I candegginati



Gli esperimenti genetici dello scienziato pazzo Udo Kier (ma lui si definisce semplicemente "avido", probabilmente riferendosi a se stesso in un vano tentativo di mea culpa) dovrebbero essere minacciosi mutanti indistruttibili (hanno la pelle antiproiettile). C'è poi il supermutante che è sorta di Nemesis andersoniano; buono trasformato in mostruosa macchina bellica. Va bene.. solo a me sono invece sembrati una manica di pelatoni anabolizzati e spolverati col borotalco?

4 - La spalla comica



Sopra citavo le due meno peggio bollate. In uno l'idiozia imperante era fatta regola narrativa, nell'altro veniva negato ogni presupposto ilare per cui il sussieguo alla serietà assoluta era già motivo di sporadici climax ridanciani (giacchè da queste parti ancora si distingue reale da finzione). Due estremi che pur opposti trovano una dimensione registica e rappresentano per Boll l'unica possibilità per gestire dignitosamente la (non) risata. L'alternativa? Rispolverare la spalla comica; il fesso della situazione (ovviamente ciccione, che fa simpatia) dalla battuta e faccetta pronta, messo lì a metà film senza una vera ragione d'esistere. Odioso, roba che anche i tremendi anni novanta non rivorrebbero mai più indietro.

3 - Boll-ando il plausibile



Fra le fronde, il bruto ansimante osserva le prede con la sua vista a raggi-x. Poi prende l'iniziativa e via di toccata e fuga ai danni dei mercenari armati con fuciloni di polistirolo. Detto così non stupirebbe nessuno, è classica routine da incipit benchè sembri girata quindici anni fa da una Roberta Williams in evidente stato alterato causato dal probabile abuso di psicofarmaci da parte della troupe (dal regista al best-boy passando per gli attori, lo sceneggiatore e il direttore della fotografia). Il problema è l'assoluta ricerca della ripresa ad effetto con risultati puntualmente tragicomici. L'unico superstite si guarda attorno con circospezione? Facciamoglielo piombare dal cielo come una sorta di Q, mostro alato. Poco importa se il bestio successivamente si dimostrerà talmente massiccio da non potersi librare a più di mezzo metro da terra (se non con l'ausilio dei soliti cavi, of course). Solo il primo di troppi accadimenti illogici che si susseguono con regolarità sconcertante, fornendo alla visione lo sgradevole retrogusto dovuto al sentirsi un po' coglionati.

2 - Far Far Far Cry



Forse l'unico elemento distintivo del gioco è rappresentato dall'ambientazione: lussureggianti foreste pluviali, spiagge, sole e tanto mare. Nel film pare di stare in qualche bosco sudtirolese con pini e abeti, situato nel mezzo di un laghetto artificiale (di quelli con i pesci finti che ci nuotano dentro). Così distante da neppure immaginare l'indole ludica. Il pianto, beh.. quello lo posso aggiungere io.

1 - Crytek



Perchè la causa di simili amenità non è di Boll, che tira acqua al suo mulino unendo l'utile (fare soldi sfruttando un mercato ancora sottostimato dal cinema) al dilettevole (la passione semiamatoriale per la regia). La colpa è di chi l'acqua gliela fa arrivare, incassando l'assegno e infischiandosene del risultato. Crytek (i diritti per lo sfruttamento sono stati acquisiti da Boll prima del passaggio ad Ubisoft) ragiona come ragionerebbero Atari o Majesco, ottimizzando le vendite nel breve ciclo vitale dei propri titoli in catalogo. Senza una visione di sfruttamento congegnata nel lungo termine (troppo onerosa e rischiosa) viene ben accolta la prima lauta offerta. 2K Games sembra averlo capito e il rifiuto di svendere Bioshock alle avances del dentone è una eloquente direzione di propositi che potrebbe smuovere il rapporto videoludo-cinema dalla pozzanghera melmosa dentro cui ha finora sguazzato.

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