mercoledì 10 settembre 2008

Doomsday


Regia: Neil Marshall
Durata: 1 h e 45 m
In seguito al diffondersi di un'epidemia mortale, la Scozia viene isolata dal resto del Regno Unito. Trent'anni dopo, il Maggiore Eden Sinclair viene incaricato di guidare una squadra all'interno della zona messa in quarantena, nel tentativo di trovare una cura al virus.

Best

5 - Dimensione diacronica



Magari poco sfruttata ma non priva di sorprese, la regressione socio-culturale è accompagnata da simulacri di modernità rinnegata. Come il cartello "uscita di emergenza" nel castelletto medievale o il macchinone alla prima messa su strada. Divertenti elementi asincronici, seppur incapaci di raccontare l'ambientazione.

4 - Alta mortalità


La squadra d'assalto è caratterizzata secondo le convenzioni del genere. C'è il milite ruvido, la testa calda, il tecnico, l'autista, il fuciliere, la scienziata, il sergente nero eccetera eccetera. Venti minuti dopo la presentazione sono tutti morti, ad esclusione del nero e di un eccetera. Giusto per mettere le cose in chiaro.

3 - Contaminazioni



Mad Max, Fuga da New York, Aliens ma anche L'Armata delle Tenebre e The Village. Le derivazioni reggono per tutta la durata, amalgamando situazioni e luoghi che, pur sapendo di già visto, riescono ad intrattenere come fosse la prima volta. Distinzione fra contaminazione ispirata e sciacallaggio indiscriminato.

2 - Gorefest



Esagerazione ludica di frattaglie e carni maciullate. Il rosso vermiglio imbratta ogni terreno di scontro, copioso ed enfatico. Violenza esasperata ma mai esasperante in quanto innestata in un implicito discorso di regole interne. Risate garantite per lo spettatore che sceglie di stare al gioco.

1 - Guardia e ladri



Una infinita roadway californiana situata in Scozia - luogo in cui se sbatti contro qualcosa stai pur certo che esploderà - è l'ideale location per l'inseguimento finale, summa dell'intero film. Godereccio, strabordante, autoironico. Da antologia il bruto che scazzotta la protagonista, infilato a mezzo busto nel finestrino. Two Tribes in soundtrack.

Worst

5 - Maggiore Rhona Mitra



Molto lontana dalla Ripley di Alien e vicinissima all'Alice di Resident Evil, si dà un gran da fare ma l'occhio bionico e la ricerca del passato non riescono a superare i clichè imposti al ruolo, finendo col relegarla a scontata digressione sul tema dell'eroina combattente.

4 - Punk-a-bbbestia



Va bene la citazione e passi l'omaggio. Ma siamo ancora rimasti all'estetica del punk post-apocalittico e invasato? Perchè non il grunge o l'hip-hop? E' ora di finirla con i capelli alla moicana, voglio una società retrograda istituita sui Pear Jam e sulle camicie in pile a quadri!

3 - L'arena gladiatoria



Eden vs. boia. Dovizia di capriole volanti e mossettine ma, eccezion fatta per la fatality finale, manca la fisicità necessaria a rendere percettibile il dolore inferto dalle mazzate che i due si elargiscono reciprocamente. E' come assistere all'esibizione dei cavalieri di Re Artù a Gardaland. Più o meno. Senza il (poco) sangue finto.

2 -Malcolm McDowell



Predicatore-tiranno degli ideali perduti, inizialmente in bilico fra follia e lucidità. Barlumi di malvagia bidimensionalità lo fanno poi sembrare assai meno interessante. Esce di scena così come è entrato dieci minuti prima, inutilmente irrisolto.

1 - Il gomblotto



C'è uno che è cattivo. Vuole il potere e per ottenerlo è ben disposto a sacrificare la popolazione. Ma è subordinato a un progressista o qualcosa del genere. Poi c'è Bob Hoskins che prende decisioni importantissime anche se non si capisce cosa faccia di mestiere. Insomma, una corretta interpretazione del sistema politico italiano. Peccato che lì siano a Londra, dove si spera che la situazione governativa sia un pochino più comprensibile. Anche nei film di fantascienza.

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